Coty taglia le stime 2025, giù il consumer beauty

Il gruppo cosmetico ha riportato ricavi trimestrali in calo. L’area EMEA si conferma resiliente, Americhe e Asia-Pacifico mostrano segni di debolezza
Coty taglia le stime 2025, giù il consumer beauty

Coty, holding di marchi di cosmetici come Bourjois, Max Factor, Rimmel, Sally Hansen, ha annunciato un taglio alle previsioni sugli utili per l’anno fiscale 2025.

Secondo l’amministratore delegato Sue Nabi, la crescita nel settore della bellezza ha mostrato segnali di rallentamento rispetto alla prima metà dell’anno fiscale, con una domanda più debole da parte dei consumatori, in particolare nel mercato statunitense, dove i cosmetici di massa stanno subendo la maggiore pressione. Al contrario, l’Europa si è dimostrata più resiliente in termini di tendenze di consumo.

Rallenta la domanda

A pesare sul comparto, anche le politiche commerciali irregolari dell’amministrazione Trump, che hanno alimentato i timori di una possibile recessione. I consumatori, ancora colpiti dall’elevata inflazione, stanno diventando più selettivi nei loro acquisti discrezionali, compresi i prodotti cosmetici, costringendo molte aziende del settore a rivedere le proprie aspettative per l’anno in corso.

In questo contesto, i rivenditori statunitensi hanno ridotto le scorte in risposta alla debole domanda, mentre la concorrenza delle alternative a basso costo disponibili su piattaforme online come Amazon ha esercitato ulteriore pressione sul segmento dei profumi di massa di Coty.

I ricavi netti del Q3 si sono attestati a 1,3 miliardi di dollari, in flessione del 6% su base riportata, mentre il risultato netto rettificato è sceso dell’84%, a 6,8 milioni.

America sotto pressione

Il Nord America rappresenta circa il 30% delle vendite totali dell’azienda, e molti dei prodotti destinati ai consumatori sono fabbricati proprio negli Stati Uniti. Sebbene l’esposizione tariffaria di Coty sia considerata limitata, l’azienda sta valutando la possibilità di rilocalizzare parte della produzione dagli impianti europei agli USA e di diversificare la propria rete di fornitori per materie prime e servizi di marketing, in particolare per ridurre la dipendenza dalla Cina qualora i dazi dovessero rimanere in vigore nel lungo periodo.

EMEA resiliente

A livello geografico, i dati relativi ai primi nove mesi mostrano una solida performance dell’area EMEA, che ha generato ricavi per 2,24 miliardi di dollari (pari al 48% del totale), con una crescita del 2%. Tuttavia, nel terzo trimestre, anche questa regione ha rallentato, registrando un calo dei ricavi del 3%, poiché la crescita del Prestige non è riuscita a compensare la flessione del Consumer Beauty.

Le Americhe (40% delle vendite totali) hanno segnato una performance negativa: 1,86 miliardi di ricavi nei primi nove mesi, in calo del 6%, e una flessione del 10% nel terzo trimestre, penalizzate dal calo delle vendite Prestige negli Stati Uniti, dal rallentamento del Consumer Beauty e da un indebolimento del segmento body care in Brasile.

Anche la regione Asia-Pacifico, che rappresenta il 12% del business globale, ha sofferto: nei primi nove mesi i ricavi si attestano a 541,1 milioni di dollari, in calo del 7%, soprattutto a causa del segmento Prestige in Cina e della debolezza del canale travel retail. Tuttavia, questa contrazione è stata in parte compensata da una crescita a doppia cifra in altri mercati asiatici. Nel terzo trimestre, i ricavi dell’Asia-Pacifico sono calati del 5%, confermando la fragilità della domanda cinese e la persistente debolezza del Prestige.

Coty reagisce alla crisi

A fronte delle pressioni economiche, Coty ha ricordato di poter contare sul programma di risparmio sui costi annunciato ad aprile e sulla forza dei suoi marchi per mitigare gli effetti negativi delle tensioni commerciali.

Il rallentamento della domanda nel canale del travel retail, soprattutto negli aeroporti asiatici, ha colpito duramente anche altri attori del settore. Estée Lauder, ad esempio, ha riportato solo segnali deboli di ripresa nel mercato cinese, considerato strategico per l’intero comparto.

Per l’esercizio fiscale 2025, Coty prevede vendite comparabili del quarto trimestre in flessione di qualche punto percentuale, mentre per l’intero anno si prevede un calo delle vendite di circa il 2%.

Confermato il piano strategico “All-in to Win” per rafforzare crescita e redditività nell’anno fiscale 2026, puntando su innovazione, efficienze operative e un programma di riduzione dei costi. Previsto anche un taglio di 700 posti di lavoro.

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