Linea biocosmesi ViviVerde: shampoo, crema viso, olio gel, maschera idratante. Cosmetici naturali per la cura della persona.

Biocosmesi, crescita record e strategie MDD più mature

Il censimento di Bio Bank 2025 registra un salto per la cosmesi bio certificata nella GDO. L’insegna dm guida il mercato, mentre il resto della GDO amplia assortimenti e certificazioni
Linea biocosmesi ViviVerde: shampoo, crema viso, olio gel, maschera idratante. Cosmetici naturali per la cura della persona.

La cosmesi biologica e naturale certificata continua a rafforzare la propria posizione sugli scaffali della grande distribuzione. L’ultima edizione del censimento Bio Bank per l’anno 2024 fornisce una fotografia dettagliata del segmento dei prodotti a marchio proprio, mettendo in luce sia la crescita del numero di catene coinvolte sia l’ampliamento dell’offerta. Sono oggi 14 le insegne che propongono prodotti MDD bio con certificazione, integrando un comparto ormai entrato nella quotidianità dei consumatori attenti alla sostenibilità.

Referenze in aumento

La dinamica più evidente riguarda il numero di referenze: dalle 171 del 2019 si arriva alle 1.030 del 2024, con un incremento del 502% nel quinquennio. Anche eliminando l’impatto di dm, che entra sul mercato italiano nel 2020, la crescita rimane significativa: +51% rispetto ai livelli preesistenti. La media delle referenze per catena si attesta a 74, indice di un assortimento che va oltre la semplice presenza simbolica.

A trascinare il comparto è proprio l’insegna dm-drogerie Markt, che con il brand Alverde raggiunge 772 referenze e domina la classifica nazionale. Il modello drugstore si conferma in grado di concentrare un’offerta ampia e strutturata, con linee per adulto e bambino, make-up, cura del corpo, detergenza e prodotti green per la casa. Sul podio anche Coop con 46 referenze (Vivi Verde e Crescendo) e Pam Panorama, che con Arkalia arriva a 45 referenze.

Assortimenti mirati

Il mercato resta comunque eterogeneo. Le catene alimentari sviluppano assortimenti più contenuti ma mirati, spesso focalizzati su categorie specifiche come baby care, detergenza e cura del corpo. L’offerta di marche come Natuvera (MD), Armonia & Benessere e Consilia (Selex), Bennet Cosmesi Naturale Bio, Nectar of Bio (Carrefour) o InFiorami (Crai) dimostra come la cosmesi certificata sia ormai parte stabile della strategia MDD, seppur con identità, posizionamenti e ampiezza di gamma differenti.

Più valore alle certificazioni

Un tratto comune emerge però con chiarezza: la certificazione. In un contesto in cui il greenwashing viene percepito sempre più come un rischio reputazionale, la scelta di affidarsi a standard riconosciuti – da Cosmos a Natrue fino ai protocolli propri di alcune insegne – diventa una garanzia di trasparenza e un fattore competitivo. Significativo il ruolo del segmento baby, consolidato e spesso utilizzato come punto di ingresso alla cosmesi bio da parte delle catene.

La crescente maturità del comparto suggerisce che la GDO non consideri più il bio come un’estensione accessoria dell’offerta, ma come un elemento strutturale della propria identità di marca. L’aumento delle referenze, la diversificazione dei formati e la progressiva estensione alle categorie non cosmetiche — come igiene casa, detergenza e personal care — indicano un consolidamento che potrebbe aprire la strada a ulteriori specializzazioni.

Come emerge dal censimento di Bio Bank, il 2024 segna un passaggio significativo: la biocosmesi non è più una nicchia, ma un segmento integrato, competitivo e in forte espansione. E le marche del distributore, spinte dalla richiesta dei consumatori e dalla necessità di costruire assortimenti credibili nel campo del green, sembrano intenzionate a investire ancora.

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